Si può guarire dalla parodontite? Molti pazienti si pongono questa domanda non appena ricevono la diagnosi. La verità è che la parodontite, essendo una malattia infiammatoria cronica, non si “guarisce” in senso stretto, ma può essere efficacemente controllata. L’obiettivo terapeutico non è l’eliminazione definitiva della patologia, ma il ritorno a una condizione di salute orale stabile, senza infiammazione attiva e con la conservazione dei denti naturali.
Indice dei contenuti
- Cos’è la parodontite
- Si può guarire completamente dalla parodontite?
- Qual è la differenza tra guarigione clinica e stabilizzazione della malattia
- Fattori che influenzano il successo della terapia parodontale
- Come si cura la parodontite?
- Quali esami si eseguono per vedere a che punto è la parodontite?
- Ruolo dell’igiene orale nel mantenimento a lungo termine
- Il fumo e la parodontite: quanto incide sulla guarigione
- Dieta e stile di vita: possono influenzare l’evoluzione della malattia?
- Come si valuta se una parodontite è in remissione
- Controlli periodici e richiami parodontali: perché sono indispensabili
- Cosa succede se la parodontite non viene trattata correttamente
- FAQ – Domande frequenti
Cos’è la parodontite
La parodontite, una volta chiamata anche piorrea, è una malattia infiammatoria cronica batterica che colpisce i tessuti di supporto del dente: gengiva, legamento parodontale, osso alveolare e cemento radicolare. Si sviluppa a partire da una gengivite non trattata, quando la placca batterica, se non rimossa, penetra sotto la gengiva e innesca una risposta immunitaria distruttiva. La conseguenza è la perdita progressiva di tessuto osseo e connettivo, fino a determinare la mobilità e, nei casi più gravi, la perdita del dente.
Si può guarire completamente dalla parodontite?
La risposta dipende da cosa si intende per “guarire”. La parodontite è una malattia cronica, quindi non si guarisce nel senso di eliminazione definitiva come avviene per un’influenza. Tuttavia, è possibile arrestare l’infiammazione, fermare la perdita ossea e stabilizzare la salute parodontale, portando il paziente in una condizione di equilibrio controllato. Questo è il vero obiettivo terapeutico: mantenere i denti, impedire la progressione della malattia e garantire una qualità di vita orale ottimale nel lungo periodo.
Qual è la differenza tra guarigione clinica e stabilizzazione della malattia
La guarigione clinica si riferisce alla risoluzione dei sintomi evidenti: scomparsa del sanguinamento, riduzione delle tasche parodontali, assenza di pus e alitosi, gengive che tornano ad aderire ai denti. La stabilizzazione, invece, è un concetto più ampio: implica che il paziente non presenti peggioramenti nel tempo, grazie al controllo regolare e alla manutenzione costante. Anche se il danno strutturale può persistere (es. osso perso), la malattia non è più attiva.
Fattori che influenzano il successo della terapia parodontale
Numerosi elementi incidono sulla risposta alla terapia. Tra i più importanti:
- La gravità iniziale della malattia
- La tempestività dell’intervento
- La motivazione e collaborazione del paziente
- La costanza nell’igiene domiciliare
- La frequenza dei controlli professionali
Anche fattori genetici, sistemici (come diabete o malattie autoimmuni) e lo stile di vita giocano un ruolo determinante.
Come si cura la parodontite?
La parodontite si cura attraverso un percorso terapeutico strutturato e personalizzato, che ha l’obiettivo di arrestare l’infiammazione e conservare i denti naturali il più a lungo possibile. La cura si articola in diverse fasi:
- Diagnosi clinica e radiografica, con misurazione delle tasche gengivali e valutazione della gravità della malattia.
- Detartrasi professionale, per rimuovere la placca e il tartaro visibili sopra il margine gengivale.
- Levigatura radicolare (o scaling), una pulizia profonda sotto gengiva che elimina il tartaro e i batteri dalle radici dei denti.
- Terapia antibiotica (in casi selezionati), per ridurre la carica batterica.
- Chirurgia parodontale, indicata se le tasche non si risolvono con il trattamento non chirurgico. Può includere tecniche rigenerative per recuperare parte del tessuto perso.
- Fase di mantenimento, con controlli regolari ogni 3-6 mesi, fondamentali per prevenire recidive.
La collaborazione del paziente è decisiva: senza una scrupolosa igiene orale quotidiana e la partecipazione attiva ai richiami, anche la miglior terapia rischia di non funzionare nel tempo. Dalla parodontite non si “guarisce” nel senso classico, ma può essere tenuta sotto controllo in modo efficace con costanza e prevenzione.
Quali esami si eseguono per vedere a che punto è la parodontite?
Per valutare lo stadio e la gravità della parodontite, il dentista esegue una serie di esami clinici e strumentali che consentono di stabilire quanto la malattia si sia estesa e se vi sia già un danno ai tessuti di supporto del dente.
Gli esami principali sono:
- Sondaggio parodontale: è l’esame più importante. Si misura la profondità delle tasche gengivali con una sonda millimetrata. Tasche superiori ai 4 mm indicano una perdita di attacco gengivale. Tasche profonde oltre i 6 mm sono segno di parodontite avanzata.
- Sanguinamento al sondaggio: evidenzia la presenza di infiammazione attiva. È un parametro fondamentale per capire se la malattia è ancora attiva o in fase di remissione.
- Valutazione della recessione gengivale: l’arretramento delle gengive viene misurato in millimetri, perché è indicativo della perdita di tessuti molli e, indirettamente, del danno osseo sottostante.
- Mobilità dentale: viene valutata manualmente. I denti mobili possono indicare perdita dell’osso alveolare e danni al legamento parodontale.
- Radiografie endorali o ortopanoramiche: servono a valutare il livello dell’osso alveolare. Mostrano in modo chiaro l’estensione della perdita ossea orizzontale o verticale attorno ai denti.
- Esami TAC 3D (Cone Beam): indicati nei casi più complessi o in fase pre-chirurgica, offrono una ricostruzione tridimensionale dell’osso residuo.
- Test microbiologici: in caso di recidive o parodontiti aggressive, possono essere effettuati test per identificare la presenza di batteri patogeni specifici (come Porphyromonas gingivalis).
Questi esami consentono di definire lo stadio clinico della malattia (iniziale, moderata, avanzata), pianificare il trattamento più adeguato e monitorare l’evoluzione nel tempo. Solo una diagnosi completa può garantire una terapia personalizzata ed efficace.
Ruolo dell’igiene orale nel mantenimento a lungo termine
L’igiene orale è il pilastro della stabilizzazione parodontale. Senza un’igiene quotidiana efficace, anche la miglior terapia fallisce. È fondamentale:
- Spazzolare i denti almeno tre volte al giorno e dopo ogni pasto
- Usare il filo interdentale o scovolini almeno ogni sera
- Adottare una tecnica corretta, senza trascurare le aree più difficili.
I pazienti parodontali devono considerare l’igiene come una terapia quotidiana, non come una semplice abitudine.
Il fumo e la parodontite: quanto incide sulla guarigione
Il fumo è uno dei principali nemici della salute parodontale. Riduce il flusso sanguigno gengivale, altera la risposta immunitaria e maschera i sintomi (ad esempio il sanguinamento). I pazienti fumatori hanno un rischio doppio o triplo di sviluppare parodontite e rispondono peggio ai trattamenti. Smettere di fumare è spesso il passo più importante per migliorare la prognosi a lungo termine.
Dieta e stile di vita: possono influenzare l’evoluzione della malattia?
Sì. Una dieta ricca di zuccheri semplici, povera di vitamine antiossidanti e unita a sedentarietà o stress cronico può favorire l’infiammazione sistemica e peggiorare la parodontite. Al contrario, un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, omega-3 e una buona idratazione può supportare il sistema immunitario e migliorare i processi di guarigione.
Come si valuta se una parodontite è in remissione
Il dentista valuta la remissione attraverso diversi indicatori clinici:
- Assenza di sanguinamento al sondaggio
- Riduzione delle tasche gengivali
- Stabilità dei denti
- Miglioramento dell’adesione gengivale
Se questi parametri si mantengono nel tempo (almeno 6-12 mesi), si parla di remissione clinica. È importante sottolineare che la remissione non equivale alla guarigione definitiva, ma indica un buon controllo della malattia (parodonto risanato).
Controlli periodici e richiami parodontali: perché sono indispensabili
I richiami sono il punto di forza della terapia parodontale. Dopo la fase attiva, il paziente entra in fase di mantenimento, con controlli ogni 3-6 mesi. Durante queste sedute si valutano i parametri clinici e si effettua la pulizia professionale. Saltare i richiami significa lasciare spazio alla recidiva. La costanza nei controlli è ciò che fa la differenza tra un trattamento efficace e un fallimento a lungo termine.
Cosa succede se la parodontite non viene trattata correttamente
Se ignorata o curata in modo superficiale, la parodontite progredisce lentamente ma inesorabilmente. Le gengive si ritirano, l’osso si riassorbe, i denti iniziano a muoversi e può comparire dolore cronico o infezioni ricorrenti. Nei casi più gravi, il paziente può perdere intere arcate dentali. È una condizione che incide non solo sull’estetica, ma anche sulla masticazione, sulla digestione e sulla qualità della vita.Molti pazienti si chiedono se guariranno per sempre. La verità è che la parodontite può essere controllata, ma non dimenticata. Serve attenzione, igiene, prevenzione e fiducia nel proprio dentista. Con il giusto approccio, anche chi ha perso denti può trovare una nuova stabilità orale grazie alle moderne terapie rigenerative e implantologiche.
Prevenzione e igiene orale: come evitare che la gengivite degeneri
La prevenzione si basa su una corretta igiene orale: spazzolamento almeno due volte al giorno, uso quotidiano di filo interdentale o scovolini, e controlli semestrali dal dentista. È importante anche correggere abitudini dannose, come il fumo, che rappresenta un fattore di rischio per la parodontite.
FAQ – Domande frequenti su si può guarire di parodontite
Come capire se ho la gengivite o la parodontite?
La gengivite si presenta con gengive arrossate, gonfie e che sanguinano facilmente. Nella parodontite, oltre a questi sintomi, compaiono alitosi persistente, mobilità dentale e retrazione gengivale. Solo una visita dal dentista può confermare la diagnosi.
Quando la gengivite diventa parodontite?
Se trascurata, la gengivite può evolvere in parodontite. Quando l’infiammazione si estende in profondità, colpendo il parodonto (osso e legamento), si parla di malattia parodontale.
Le gengive che sanguinano sono sempre segno di parodontite?
No. Il sanguinamento è un sintomo comune anche della gengivite. Tuttavia, se persiste nel tempo o si associa a dolore, alitosi o retrazione gengivale, è opportuno eseguire un controllo specialistico.
Come fa il dentista a capire se è gengivite o parodontite?
Attraverso la visita clinica, la valutazione delle gengive e il sondaggio parodontale, che misura la profondità delle tasche gengivali. In caso di sospetta parodontite, si possono eseguire anche radiografie per valutare la perdita ossea.
La parodontite fa male?
Nelle fasi iniziali può essere asintomatica. Il dolore compare solitamente nelle fasi avanzate, quando sono presenti infezioni acute, ascessi o mobilità dentale marcata.
È possibile curare la parodontite?
Sì, ma richiede trattamenti specifici, spesso più complessi rispetto alla gengivite. Nei casi lievi si interviene con una detartrasi profonda (levigatura radicolare), nei casi avanzati con terapie chirurgiche parodontali.
Quanto tempo ci vuole per curare la gengivite?
Con una corretta igiene orale domiciliare e una pulizia professionale, la gengivite può regredire in pochi giorni o settimane. È fondamentale intervenire tempestivamente.
Come capire se è gengivite o parodontite dal dentista a Napoli
Per capire se è gengivite o parodontite, affidati allo Studio Michelangelo 13 al Vomero.
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Come capire se è gengivite o parodontite – Fonti Bibliografiche
Overview: Gingivitis and periodontitis – InformedHealth.org [Internet]. Cologne, Germany: Institute for Quality and Efficiency in Health Care (IQWiG); 2006-. Overview: Gingivitis and periodontitis. [Updated 2023 Aug 23]. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK279593/.