Lo sbiancamento fa male ai denti? È una delle domande più comuni tra chi desidera migliorare l’estetica e la cosmetica dentale senza compromettere la salute orale. I trattamenti sbiancanti professionali sono oggi considerati sicuri ed efficaci, ma è fondamentale distinguere tra metodi controllati e soluzioni fai-da-te potenzialmente dannose.
In questo articolo analizziamo come funziona lo sbiancamento dentale, quali rischi evitare e quando è realmente indicato.
Indice dei contenuti
- Cos’è lo sbiancamento dentale e come funziona
- Quali sostanze vengono utilizzate nei trattamenti sbiancanti
- Sbiancamento professionale contro fai-da-te: cosa cambia
- Lo sbiancamento rovina lo smalto?
- Lo sbiancamento dentale provoca sensibilità?
- Quanto dura il dolore dopo lo sbiancamento dei denti?
- Quanto è sicuro lo sbiancamento se fatto dal dentista?
- Quando è sconsigliato fare lo sbiancamento
- Quali sono gli effetti collaterali dello sbiancamento
- Con quale frequenza si può fare lo sbiancamento dentale
- Chi può fare lo sbiancamento: età, stato dei denti, condizioni gengivali
- Alternative naturali: fanno bene o possono danneggiare?
- Come mantenere i risultati senza danneggiare i denti
- FAQ – Domande frequenti
Cos’è lo sbiancamento dentale e come funziona
Lo sbiancamento dentale è un trattamento estetico odontoiatrico finalizzato a rendere i denti visibilmente più chiari, eliminando pigmentazioni superficiali e profonde. Agisce chimicamente tramite perossidi che penetrano nello smalto e scompongono le molecole colorate responsabili delle discromie.
Il risultato è un sorriso più brillante, senza alterare la struttura del dente. Esistono diversi metodi, ma il più efficace e sicuro resta quello professionale eseguito dal dentista.
Quali sostanze vengono utilizzate nei trattamenti sbiancanti
I principi attivi più utilizzati sono il perossido di idrogeno (in concentrazioni dal 6% al 40%) e il perossido di carbammide, che si decompone in perossido di idrogeno e urea. Queste sostanze rilasciano ossigeno attivo che rompe i legami delle molecole pigmentate nei tessuti dentali. I trattamenti professionali utilizzano concentrazioni controllate e sicure, spesso attivate da luce LED per accelerare l’effetto sbiancante.
Sbiancamento professionale contro fai-da-te: cosa cambia
La differenza principale è la sicurezza e il controllo clinico. Lo sbiancamento professionale è preceduto da una visita odontoiatrica che esclude carie, lesioni dello smalto o gengiviti, condizioni che potrebbero rendere il trattamento rischioso. Inoltre, i materiali usati dal dentista sono più efficaci e applicati con tecniche che proteggono le gengive.
I kit fai-da-te, invece, spesso contengono perossidi a bassa concentrazione o sostanze abrasive, e in alcuni casi possono causare danni allo smalto o alle mucose se usati impropriamente.
Lo sbiancamento rovina lo smalto?
No, se eseguito correttamente, non danneggia lo smalto. I gel professionali penetrano nei prismi dello smalto senza alterarne l’integrità. Non causano erosione né abrasione. È importante, però, che il trattamento sia eseguito sotto controllo odontoiatrico: l’uso scorretto di sostanze troppo concentrate o applicate troppo a lungo può compromettere la superficie dentale.
Lo sbiancamento dentale provoca sensibilità?
In alcuni pazienti sì, ma si tratta di una sensibilità temporanea. Il perossido può aumentare la permeabilità dentinale, rendendo i denti più reattivi a caldo e freddo per 24-48 ore. Il dentista può prevenire o ridurre questo effetto applicando gel desensibilizzanti o raccomandando l’uso di dentifrici specifici nei giorni successivi.
Quanto dura il dolore dopo lo sbiancamento dei denti?
Il fastidio o la sensibilità che può comparire dopo lo sbiancamento dentale è solitamente transitorio e di breve durata. Nella maggior parte dei casi, scompare entro 24-48 ore dal trattamento. Si tratta di una reazione normale, legata all’azione dei perossidi sulle microstrutture dentinali, che può accentuare temporaneamente la percezione del freddo o del caldo.
Per ridurre il disagio, il dentista può:
- applicare gel desensibilizzanti specifici dopo la seduta;
- consigliare dentifrici per denti sensibili da utilizzare nei giorni successivi;
- evitare cibi e bevande troppo freddi, caldi o acidi per 1-2 giorni.
Se la sensibilità dovesse persistere oltre 2-3 giorni, è consigliabile informare il proprio dentista per valutare eventuali condizioni preesistenti o una diversa modalità di trattamento.
Quanto è sicuro lo sbiancamento se fatto dal dentista?
Altamente sicuro. I prodotti utilizzati sono testati clinicamente e applicati in modo controllato, con barriere gengivali che proteggono i tessuti molli. Lo sbiancamento eseguito da un professionista non altera la struttura dei denti, non causa danni permanenti e offre risultati prevedibili e monitorati.
Quando è sconsigliato fare lo sbiancamento
Lo sbiancamento è controindicato nei seguenti casi:
- Carie non trattate o restauri infiltrati.
- Gengiviti o parodontiti attive.
- Smalto molto usurato o dentina esposta.
- Gravidanza e allattamento.
- Età inferiore ai 18 anni.
- Allergia ai componenti del gel sbiancante.
In questi casi, è necessaria una valutazione odontoiatrica e, se possibile, un trattamento preliminare delle patologie presenti.
Quali sono gli effetti collaterali dello sbiancamento
Gli effetti collaterali più comuni sono:
- Sensibilità dentale transitoria
- Irritazione gengivale, se il gel entra in contatto con le mucose
- Alterazione temporanea della percezione gustativa
Questi effetti, tuttavia, sono rari se il trattamento è eseguito da un professionista e si risolvono in pochi giorni.
Con quale frequenza si può fare lo sbiancamento dentale
In genere, si consiglia di ripetere il trattamento non più di una volta all’anno. La frequenza dipende dallo stile di vita (fumo, caffè, tè, vino rosso) e dalla qualità dello smalto. In alcuni casi, il dentista può proporre richiami più leggeri ogni 12-18 mesi oppure l’uso di mascherine domiciliari su indicazione clinica.
Chi può fare lo sbiancamento: età, stato dei denti, condizioni gengivali
Lo sbiancamento è indicato per pazienti in buono stato di salute orale, con denti naturali e senza patologie gengivali attive. Non è efficace su:
- Protesi, capsule, faccette o otturazioni.
- Denti devitalizzati (che necessitano tecniche specifiche).
- Macchie di origine genetica o da tetracicline (che possono richiedere trattamenti combinati).
Non è indicato nei bambini e negli adolescenti, poiché lo smalto non è ancora completamente mineralizzato.
Alternative naturali: fanno bene o possono danneggiare?
Molti rimedi “naturali” (limone, bicarbonato, carbone attivo) possono sembrare innocui, ma in realtà sono abrasivi o acidi, e quindi dannosi per lo smalto dentale. L’effetto sbiancante è minimo, temporaneo e spesso a scapito della salute orale. Meglio evitarli e affidarsi a trattamenti controllati e sicuri.
Come mantenere i risultati senza danneggiare i denti
Per prolungare l’effetto dello sbiancamento:
- Evitare fumo, caffè, tè e bevande pigmentanti per almeno 48 ore.
- Usare uno spazzolino morbido e dentifricio non abrasivo.
- Effettuare una buona igiene orale quotidiana.
- Sottoporsi a controlli e pulizie dentali periodiche.
- Valutare l’uso di mascherine di mantenimento con perossidi a bassa concentrazione sotto prescrizione.
Con questi accorgimenti, i risultati dello sbiancamento possono durare anche oltre un anno, mantenendo il sorriso luminoso senza compromettere la salute dei denti.
FAQ – Domande frequenti su sbiancamento fa male ai denti
Lo sbiancamento dentale rovina i denti?
No, se eseguito correttamente da un professionista. I trattamenti sbiancanti professionali non danneggiano lo smalto né alterano la struttura del dente. I materiali utilizzati sono sicuri, controllati e studiati per rispettare la salute orale.
Lo sbiancamento fa male ai denti sensibili?
Lo sbiancamento può aumentare temporaneamente la sensibilità dentale, soprattutto in soggetti predisposti. Questo effetto è transitorio e scompare in pochi giorni. Il dentista può utilizzare gel desensibilizzanti o formule più delicate per ridurre il rischio.
È vero che lo sbiancamento indebolisce lo smalto?
No. I gel a base di perossido di idrogeno o carbammide non agiscono meccanicamente sullo smalto ma penetrano nelle microstrutture dentali per neutralizzare i pigmenti. Non vi è erosione né abrasione se il trattamento è ben condotto.
Lo sbiancamento fai-da-te è rischioso?
Sì, se non supervisionato da un dentista. I prodotti sbiancanti da banco possono contenere concentrazioni inefficaci o, al contrario, troppo aggressive. Inoltre, senza una diagnosi preventiva, si rischia di sbiancare denti cariati, devitalizzati o con problemi gengivali, peggiorando la situazione.
Ogni quanto si può fare lo sbiancamento?
La frequenza dipende dal tipo di trattamento e dallo stile di vita del paziente. In genere, lo sbiancamento professionale può essere ripetuto ogni 12-18 mesi, ma solo dopo una valutazione odontoiatrica. Un uso eccessivo può sensibilizzare i denti e irritare le gengive.
Lo sbiancamento è doloroso?
No, ma in alcuni casi può provocare una lieve sensibilità transitoria durante o subito dopo il trattamento. Il fastidio è generalmente moderato e si risolve in 24-48 ore.
Chi non dovrebbe fare lo sbiancamento dentale?
Lo sbiancamento è sconsigliato in presenza di carie non trattate, gengiviti, recessioni gengivali marcate, donne in gravidanza o allattamento, bambini e adolescenti. Una visita preventiva è sempre necessaria.
Le alternative naturali sono sicure?
No, molte delle soluzioni “fai-da-te” naturali – come bicarbonato, limone o carbone attivo – sono troppo abrasive o acide e possono danneggiare lo smalto, causare microfratture e aumentare la sensibilità.
Come funziona lo sbiancamento dei denti
Per i trattamenti di estetica dentale, affidati allo Studio Michelangelo 13 al Vomero.
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Sbiancamento fa male ai denti? – Fonti Bibliografiche
Tooth Whitening: What We Now Know – Carey CM. Tooth whitening: what we now know. J Evid Based Dent Pract. 2014 Jun;14 Suppl:70-6. doi: 10.1016/j.jebdp.2014.02.006. Epub 2014 Feb 13. PMID: 24929591; PMCID: PMC4058574.