Parodontite: la malattia che ruba il sorriso

Sono dieci in media i denti persi da un paziente con parodontite (almeno il triplo di un soggetto senza parodontite) e in un caso su due questi pazienti non avevano ricevuto diagnosi e cure parodontali specifiche che avrebbero potuto salvare il loro sorriso. Questo si traduce troppo spesso in applicazione di impianti che vanno incontro a complicanze spesso irrisolvibili, che portano alla necessità di rimuovere l’impianto stesso, quindi un vero e proprio fallimento terapeutico, che espone, peraltro, il paziente anche a rischio di altre malattie.

Lo studio della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia

Sono questi, in sintesi, i risultati di una vasta indagine condotta dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). L’indagine ha coinvolto 2157 individui di età media 53 anni, un campione enorme per questo genere di studi.
Gli individui sono stati contattati per interviste sia telefoniche sia via web, proponendo loro un questionario dettagliato sulla loro esperienza eventuale di malattia parodontale, estrazione di denti e posizionamento di impianti. È emersa in media una mortalità dentale di 3,8 denti a paziente, mentre il 66% degli intervistati ha riferito almeno un’estrazione dentale. Età e livello di istruzione sono risultati due fattori predittivi significativi della perdita di denti.

Parodontite e perdita dei denti

Nei pazienti che hanno riferito di soffrire di parodontite sono molti di più i denti persi in media (10). Il 50% di questi pazienti ha anche riferito di non aver ricevuto nessun trattamento parodontale prima dell’estrazione dei denti. È un dato rilevante, perché diagnosticando e curando correttamente la parodontite la maggior parte dei denti si può salvare. Dallo studio è emerso anche che il 59% dei pazienti dopo l’estrazione ha sostituito i denti estratti con una protesi fissa o mobile per il restante.

Dalla parodontite alla perimplantite

Quando manca un dente, l’impianto è certamente la soluzione più applicata dai dentisti e rappresenta uno strumento straordinario in chi non soffre di malattie parodontali. Ma in chi ha avuto storia di parodontite, peggio ancora se non trattata, gli impianti possono causare brutte sorprese. E infatti è emerso che l’11% dei pazienti trattati con un impianto ha riportato complicazioni a lungo termine.
La percentuale di coloro che vanno incontro a complicanze raggiunge il 19% nei pazienti che hanno dichiarato di non essersi mai sottoposti a visite di controllo nel tempo. Lo studio ha evidenziato anche che le complicanze si sono risolte solo nel 26% dei pazienti e persistono nel 33%. Nel 46% dei casi, invece, l’impianto è stato proprio rimosso. I pazienti con una storia clinica di parodontite sono risultati avere, purtroppo, un più alto rischio di perdere l’impianto. Infine il 19% dei pazienti con impianto rimosso non ha accettato di farne uno nuovo, probabilmente perché scontento e disaffezionato alle cure.

Cosa possono fare i pazienti

I pazienti devono sempre chiedere al proprio dentista un controllo delle gengive prima di fare un impianto. Se sono presenti  patologie parodontali, vanno diagnosticate e trattate prima dell’inserimento dell’ impianto. La grande maggioranza delle malattie parodontali, soprattutto quelle diagnosticate precocemente, può essere curata da tutti i dentisti con tecniche semplici.
Il peso reale della perdita di denti nei pazienti con parodontite e l’elevato rischio di complicanze associato all’uso massiccio di impianti sono informazioni molto importanti. Tale aspetto è essenziale per prevenire la parodontite, ma anche per ridurre il rischio di complicanze sistemiche (ad esempio cardiovascolari e diabete) associate all’infezione parodontale.
Fonte: ansa.it
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