Quali sono le principali cause della perdita di un impianto dentale

A chiedersi quali siano le principali cause della perdita di un impianto dentale sono in tanti. In questo articolo si cercherà dunque di dare delle informazioni utili sull’argomento.

Generalmente, gli impianti dentali, oramai usati da decenni per sostituire denti mancanti, hanno una durata molto lunga. Possono resistere, infatti, anche tutta la vita con le giuste cure.

Statisticamente, solo il 5-10% degli impianti dentali fallisce poco dopo l’impianto, infatti, si parla di breve periodo, cioè delle settimane o dei primi mesi successivi all’intervento, mentre nel caso di anni successivi all’inserimento della protesi, si parla di lungo periodo.

Come avviene un intervento di impianto dentale

Innanzitutto è necessario che ad occuparsi di un intervento di implantologia sia un Chirurgo Odontoiatra esperto, ma solo dopo aver individuato e curato eventuali problemi alle gengive o alle ossa prima di procedere.

È importante però che il paziente, dal canto suo, pratichi una buona igiene orale prima e dopo l’intervento e che segua scrupolosamente le indicazione del Chirurgo Odontoiatra. Infatti, dopo l’inserimento di un impianto, ci vogliono dai tre ai sei mesi per guarire completamente.

Un po’ di dolore e di gonfiore sono piuttosto comuni dopo l’intervento chirurgico, tuttavia è necessario tenere d’occhio l’impianto per le eventuali complicazioni che possono svilupparsi, a breve e lungo periodo.

Complicazioni a breve termine di un impianto dentale

Di seguito sono illustrate alcune delle cause che possono portare alla perdita di un impianto nell’arco di un breve periodo dall’intervento.

Infezione nel sito dell’impianto

Un’infezione potrebbe essere una delle prime cause di caduta di un impianto dentale e può svilupparsi durante o dopo l’intervento chirurgico.

Una scorretta preparazione del cavo orale all’intervento da parte del paziente, il mancato rispetto delle condizioni di sterilità del campo operatorio, ma anche una condotta post operatoria non consona da parte del paziente possono esserne la causa.

Per cui è importante seguire le direttive del medico e prestare la giusta attenzione.

Mancato rispetto delle istruzioni del medico

Seguire le istruzioni post-operatorie suggerite dall’odontoiatra è fondamentale per ridurre il rischio di complicanze. Infatti, anche un impianto a regola d’arte può rischiare di fallire se non viene rispettata la profilassi post chirurgica.

Generalmente viene richiesto di mangiare cibi morbidi fino a quando il sito dell’impianto non guarisce, praticare una buona igiene orale, non masticare caramelle dure ed evitare soprattutto il fumo che è in grado di accelerare tutti i fenomeni infettivi ed infiammatori.

Micromovimenti di impianto

I micromovimenti di un impianto dentale possono verificarsi quando quest’ultimo manca di stabilità. Ciò può accadere con più frequenza nel caso di un impianto a carico immediato, più invasivo di quello a carico differito.

Infatti, un dente artificiale non risulta attaccato fin quando l’osso mascellare non si integra correttamente con l’impianto.

Nel caso di un impianto a carico immediato, si ha una sollecitazione eccessiva dell’osso e dell’impianto stesso e ciò potrebbe portare ad un rischio maggiore di fallimento dell’intervento.

Supporto osseo insufficiente

Un fallimento di un impianto dentale a breve termine può avvenire anche nel caso in cui non c’è abbastanza osso per supportare un impianto dentale e un chirurgo poco scrupoloso completa comunque la procedura.

Nel caso di poca disponibilità ossea è necessario infatti, prima dell’intervento di implantologia, ferne uno di innesto osseo, altrimenti l’impianto non può fondersi con la mascella.

Presenza di patologie pregresse

La presenza di patologie pregresse potrebbe essere un’ulteriore causa della caduta di un impianto dentale a breve termine e per questo andrebbe individuata preventivamente.

Malattie metaboliche croniche, come il diabete, malattie renali o epatiche possono invalidare il procedimento, così come le radiazioni emesse dalle terapie tumorali.

Anche il bruxismo (digrignamento involontario dei denti specialmente di notte) può favorire la mancata guarigione di un impianto.

Controlli periodici

Per prevenire l’insorgere di infezioni o la caduta di un impianto dentale è quindi importante seguire una corretta igiene orale domiciliare e sottoporsi a regolari sedute di giene professionale.

I pazienti che hanno rispettato tutte le procedure in fase pre e post operatoria, che non fumano e fanno visite di controllo periodiche dal dentista, hanno una percentuale di insuccesso degli impianti dentari solo del 2 % – 3% entro i 5 anni dall’intervento.

impianto rotto

Le complicazioni a lungo termine di un impianto dentale

Le complicazioni di un intervento di chirurgia implantare possono però verificarsi anche diversi anni dopo.

Tra queste cause, oltre a probabili infezioni del tessuto che circondano l’impianto, come la perimplantite di cui parleremo più avanti, vi è la rottura di un impianto dentale.

Quando si rompe l’impianto dentale

Un impianto dentale è formato da 3 parti:

1) L’impianto: una vite che aderisce in modo permanente alla mascella e funge da radice per il dente che sarà applicato.

2) Il moncone: un connettore tra l’impianto e il dente artificiale destinato a supportarlo e trattenerlo.

3) La corona (o dente protesico): solitamente realizzata in zirconio o porcellana, è il dente ricostruito applicato sull’impianto.

Può capitare che nel tempo, la protesi possa logorarsi, scheggiarsi, rompersi, staccarsi, cambiare aspetto estetico o subire altre complicazioni.

Oppure può succedere che ad allentarsi sia il moncone oppure la corona: in questo caso non sarà difficile sostituirli e l’impianto tornerà come nuovo.

Nel caso in cui, invece, a rompersi o allentarsi fosse l’impianto vero e proprio, si dovrà intervenire chirurgicamente per la sostituzione.

Tuttavia questa situazione è piuttoso rara, soprattutto se l’impianto è andato bene e sono state seguite tutte le corrette procedure utilizzando materiali certificati.

Cos’è la Perimplantite

La causa più frequente della perdita di un impianto dentale a lungo, ma anche a breve, termine è certamente la Perimplantite, un’infezione batterica poco conosciuta che colpisce i tessuti intorno all’impianto.

La Perimplantite è una malattia infettiva che provoca infiammazione della gengiva e della struttura ossea attorno a un impianto dentale.

Come accade con i denti naturali con la Parodontite, i batteri possono accumularsi sulla base dell’impianto, sotto la linea gengivale.

Nel tempo, i batteri irritano il tessuto gengivale, provocando un’infiammazione che danneggia il tessuto e, se non curata in tempo, causa il deterioramento della struttura ossea sotto l’impianto, provocandone la caduta.

I segni delle malattie perimplantari sono simili ai sintomi della Gengivite e della Parodontite: gengive rosse intorno agli impianti o sanguinamento durante lo spazzolamento. Quindi, proprio come i denti naturali, gli impianti richiedono spazzolamento e filo interdentale regolari e controlli periodici dal dentista.

Gli impianti dentali hanno quindi tutte le caratteristiche dei denti naturali, appaiono come tali, ma possono anche ammalarsi allo stesso modo.

Per ridurre al minimo la probabilità di sviluppare queste patologie è necessario mantenere sani bocca, impianti e gengive con una corretta igiene orale.

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Allo Studio Michelangelo 13 a Napoli eseguiamo controlli periodici per valutare lo stato di salute degli impianti dentali. Se hai notato un cambiamento al tuo impianto dentale o se vuoi fare semplicemente una visita di controllo puoi contattarci per un appuntamento.


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Responsabilità dei contenuti
Supervisione editoriale e scientifica – Dr Antonio De Marchi – Specialista in Ortodonzia, Gnatologia, Estetica dentale, Pedodonzia
Redazione dei contenuti medici: InClinic

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