Impianto dentale: indicazioni pre e post intervento

L’implantologia dentale è una metodica odontoiatrica estremamente delicata. Un impianto dentale è un sostituto artificiale della radice del dente. Tramite l’inserzione nell’osso di una radice artificiale in titanio altamente biocompatibile, si possono rimpiazzare i denti mancanti.

Cosa bisogna valutare prima dell’intervento?

Innanzitutto è necessario monitorare lo stato di salute del paziente attraverso esami del sangue recenti, un elettro-cardiogramma e un esame della densitometria ossea. Malattie come il diabete, per esempio, possono rappresentare una controindicazione all’implantologia. In secondo luogo bisogna valutare la quantità e la qualità dell’osso con una panoramica dentale. In alcuni casi, però, la quantità di osso può apparire non sufficiente, così occorre procedere eseguendo una TAC Dental Scan. Nell’implantologia osteointegrata è tutto il protocollo, riferito al paziente, ai materiali utilizzati e alla tecnica chirurgica, a determinare la buona riuscita dell’intervento.

L’intervento è doloroso?

L’inserzione dell’impianto nel tessuto osseo non crea dolore in quanto l’osso, a differenza del dente, non è innervato. Per eseguire l’intervento senza dolore è sufficiente un’anestesia locale. La sedazione profonda, che avviene sotto lo stretto controllo di un anestesista, è necessaria nel caso in cui il paziente fosse particolarmente ansioso e spaventato, per interventi lunghi o per pazienti cardiopatici.

Occorre seguire regole specifiche nella fase post-operatoria?

Dopo l’intervento occorre seguire delle norme, che vengono illustrate al paziente tramite un protocollo terapeutico scritto:

  • seguire un’alimentazione liquida o semisolida per tre giorni;
  • fare degli sciacqui con un colluttorio disinfettante a base di clorexidina
  • assumere antibiotici;
  • utilizzare la borsa del ghiaccio per qualche ora, per evitare gonfiori.

Inoltre, una volta inserito l’impianto, è preferibile che rimanga in assenza di carico per circa 3 mesi.

L’intervento va sempre bene?

Grazie alla scrupolosa applicazione di procedure e protocolli si hanno ottimi risultati in oltre il 95% dei casi. La maggior parte degli insuccessi implantologici, invece, è dovuta a un’errata applicazione del carico impianto-dente. Tale situazione può provocare dei micromovimenti tra impianto e tessuto osseo che non permettono un’integrazione ottimale. Il sovraccarico può essere causato anche da una frattura, dal bruxismo o dall’uso di materiali di scarsa qualità.

Quali procedure bisogna seguire?

È fondamentale eseguire gli interventi in ambienti rispettosi delle norme di lavoro in campo sterile. Quando si forma un’infezione batterica post-chirurgica, la perimplantite, si provoca nel tempo una perdita di osso attorno all’impianto. Anche il paziente deve fare la sua parte, collaborando nell’utilizzo di farmaci antibiotici secondo la posologia prescritta.

Cosa fare quando l’impianto è sbagliato?

Innanzitutto è necessario rimuovere l’impianto e il tessuto granulomatoso con carica batterica, intraprendere un’adeguata terapia antibiotica e aspettare qualche mese affinché avvenga naturalmente la rigenerazione ossea. Se ciò non avviene, attraverso l’utilizzo di tecniche ossee rigenerative, sarà comunque possibile inserire un nuovo impianto endosseo.

Cercare di evitare gli insuccessi è auspicabile in ogni campo, ma in medicina ancora di più

Molti pazienti richiedono rimedi chirurgici dopo avere avuto problemi di non osteointegrazione, in seguito ad interventi eseguiti superficialmente e senza protocolli sicuri.  Esistono sul mercato impianti dentali eccellenti, ampiamente documentati a livello scientifico. Al tempo stesso, però, ve ne sono altri che solo apparentemente vengono presentati come affidabili e sicuri.

È fondamentale affidarsi solo ai professionisti che mostrino il massimo della trasparenza sui prodotti utilizzati e sui protocolli clinici eseguiti.

Fonte: dossiermedicina.it

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